L’accompagnamento psicologico con il Coach familiare per sviluppare le potenzialità ed incrementare l’autonomia personale: il caso di Saverio e la patente.
Saverio è un ragazzo poco più che trentenne, è non udente e vive in casa con i genitori.
E’ un ragazzo molto attivo e sorridente, con molti interessi e svariati hobbies; si interessa di elettronica ed informatica, frequenta centri culturali e fiere di paese. Sa cucinare e prendersi cura della casa anche se gli orari in cui lo fa sono un po’ insoliti.
I genitori non appoggiano sempre le sue scelte e le sue abitudini, non vogliono vederlo gironzolare per casa senza far nulla. Vorrebbero che si sottoponesse ad una operazione per inserire l’impianto cocleare e che riuscisse a trovare un lavoro fisso.
Sono spesso in contraddizione tra loro e nei confronti nel figlio, alternando momenti in cui lo elogiano e momenti in cui viene accusato di essere un fannullone.
Infatti, per una serie di motivi, Saverio non ha da tempo un lavoro fisso.
A causa della sua sordità non può lavorare in tutte le aziende e, anche se ha avuto qualche lavoretto e partecipato ad alcuni stage, non ha ancora trovato un lavoro adatto a lui; sembra non aver ancora individuato le sue potenzialità e attitudini lavorative.
All’inizio del percorso di Coach Familiare viene identificato l’obiettivo di far sì che Saverio possa guidare l’automobile da solo. Pur avendo la patente infatti non guida e, di conseguenza, non è indipendente negli spostamenti e non può raggiungere i suoi luoghi d’interesse. Per poter uscire in auto dipende dagli spostamenti della madre che è costretta ad accompagnarlo dove lui desidera.
Il padre invece ha dei problemi di salute, a causa dei quali non può guidare l’automobile.
Saverio non guida perché è molto ansioso e questo lo blocca nel comportamento.
Il suo desiderio è perfettamente comprensibile ed è legittimo che un ragazzo della sua età abbia questo tipo di indipendenza e autonomia. Purtroppo, il padre di Saverio si oppone all’attuazione di questo desiderio. Non vuole che il figlio guidi la sua auto, poiché teme che possa provocare dei danni, nonostante l’auto abbia una decina d’anni e anche qualche difetto.
Nonostante l’iniziale opposizione, il padre di Saverio ha acconsentito a lasciare che il figlio guidasse la sua auto.
È stato necessario fargli notare che il percorso sarebbe partito con o senza di lui e che era libero di scegliere, ma nel momento in cui avesse deciso di partecipare avrebbe dovuto farlo attivamente e che si sarebbe dovuto impegnare, così come la moglie ed il figlio.
Il lavoro con il Coach Familiare
Il lavoro fatto è stato molto pratico e composto da attività molto semplici ma efficaci.
Il modo migliore per riprendere dimestichezza con la guida è, ovviamente, fare pratica, quindi Saverio ha iniziato a guidare l’automobile, accompagnato dal coach.
Le attività di guida si sono susseguite nel corso dei mesi e Saverio, al termine di ogni guida, doveva annotare gli eventuali danni o problemi arrecati all’automobile. Così facendo veniva fornita una prova tangibile, sia a lui che ai genitori, delle sue abilità alla guida.
Durante le guide, Saverio non ha mai causato danni né all’automobile né a se stesso.
Il percorso di Saverio è stato graduale e con delle insicurezze e delle difficoltà iniziali, alcune dipendevano da lui…altre meno.
La madre riteneva che Saverio si distraesse molto facilmente quando era alla guida e temeva che lasciarlo guidare da solo potesse essere troppo rischioso.
Col passare del tempo ci si è resi conto che era la madre la fonte di distrazione maggiore quando si trovavano in macchina insieme. Lei stessa ha provveduto a modificare il suo comportamento per evitare di distrarre troppo il figlio.
Oltre alle problematiche legate alle attività pratiche si è cercato di risolvere le problematiche relazionali: Saverio è molto legato al padre che però si rivela abbastanza restio nel dimostrargli affetto e nel fornire un adeguato supporto genitoriale.
Saverio soffre molto per questa distanza tra loro.
All’inizio del percorso di Coach Familiare il padre di Saverio non aveva alcuna intenzione di partecipare attivamente. Durante gli incontri era distante e non manifestava entusiasmo, non partecipava ed era fisicamente distante dalla moglie, da figlio e dal coach.
Più volte ha manifestato il suo dissenso non solo verso il percorso di Coach Familiare ma anche per le condizioni fisiche del figlio, il tutto davanti a quest’ultimo. Verso la fine del percorso ha iniziato a modificare questo atteggiamento nei confronti di Saverio, lasciando che il figlio potesse manifestare liberamente l’affetto con un abbraccio o con altri gesti. Ha adottato un atteggiamento più accogliente nei confronti di Saverio.
Il percorso per la conquista dell’autonomia
Man mano che il percorso proseguiva, Saverio diventava sempre più autonomo nella guida, usando questa ritrovata abilità per aiutare e contribuire alla gestione domestica e familiare. Spesso è lui che si reca al supermercato per fare la spesa o altre commissioni, alleggerendo i numerosi impegni della madre.
Tutta la famiglia ha tratto benefici dal percorso di Coach Familiare: la comunicazione tra loro è migliorata, Saverio ha raggiunto un buon livello di autonomia personale, il padre è più affettuoso nei confronti del figlio e la madre ha fiducia in lui e nelle sue capacità.
Come è stato possibile il cambiamento?
Il cambiamento avvenuto all’interno di questa famiglia è stato possibile grazie al metodo del Coach Familiare, un percorso di accompagnamento psicologico per famiglie con a carico una persona disabile.
Questo metodo prevede una collaborazione tra persona con disabilità, famiglia e psicologo per individuare i bisogni e desideri e per delineare il cammino per arrivare a realizzarli.
Prima e dopo
Molte famiglie, prima di rivolgersi al coach, vivono delle situazioni problematiche o dei disagi dovuti a diversi fattori. Si trovano a vivere una vita diversa da quella che sognavano e, pur desiderando qualcosa di meglio, non sanno come fare per avere ciò che vogliono.
Con questo tipo di accompagnamento psicologico si cerca di aiutare le persone e le famiglie ad attuare il cambiamento che desiderano, attraverso piccole attività finalizzate.
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