Disabilità intellettive e il ruolo del Coach familiare

Disabilità intellettive: cosa sono e le cause

Disabilità intellettive, non è semplice dare una definizione e si rischia di non considerare gli aspetti propri e soggettivi della persona che fanno di tale diagnosi un qualcosa di unico con proprie caratteristiche e peculiarità.

Insieme alle caratteristiche personali, anche l’ambiente, che sia sociale e/o familiare, è un aspetto che influenza l’andamento ed il percorso della stessa.

Le cause possono non sempre essere chiare e note, a parte quando è espressione di una particolare condizione genetica (es. Sindrome di Down, Sindrome dell’X Fragile, ecc…).

La Disabilità intellettiva, nota anche come ‘disturbo dello sviluppo intellettivo‘ è una sottocategoria dei disturbi del neurosviluppo, classificati nel “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5)”.

È definita come:

un funzionamento intellettuale generale significativamente sotto la media, presente contemporaneamente a carenze del comportamento adattivo che si manifesta in età evolutiva, prima cioè del compimento del diciottesimo anno.

 

La diagnosi di disabilità intellettiva

Una condizione di disabilità intellettiva, affinchè possa essere diagnosticata, è necessario che siano soddisfatti i seguenti tre criteri:

  1. Deficit delle funzioni intellettive: es. ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e apprendimento dall’esperienza, confermati sia da una valutazione clinica sia da test di intelligenza individualizzati e standardizzati.
  2. Deficit del funzionamento adattivo: come un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e di responsabilità sociale.  Senza un supporto costante, i deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita autonoma, attraverso molteplici ambienti quali casa, scuola, ambiente lavorativo e comunità.
  3. Esordio dei deficit in età di sviluppo: ossia prima dei 18 anni di età. L’età e le caratteristiche dell’esordio dipendono dall’eziologia (causa) e dalla gravità della menomazione della struttura e/o delle funzioni cerebrali.

 

Il funzionamento

In altre parole, le persone con disabilità intellettive possono avere varie e diverse difficoltà negli ambiti più diversificati, esempio: nello svolgere le attività di normale routine quotidiana o nei compiti domestici, nella gestione del tempo e del denaro, nelle relazioni interpersonali, e via dicendo.

Le loro capacità di apprendimento possono essere più o meno lente poichè potrebbero avere difficoltà o differenze nei processi d’immagazinamento dell’informazione, come anche l’incapacità di ricordare azioni, frasi troppo lunghe o complesse. Si chiede infatti di specificare se la gravità sia:

  • Lieve,
  • Moderata,
  • Grave
  • Estrema

Potrebbero inoltre perdere con più facilità le abilità acquisite.

Quando la disabilità intellettiva è estrema coinvolge in modo uniforme tutte le aree del funzionamento intellettivo.

Più comunemente, invece, gli individui con disabilità intellettiva mostrano relativi punti di forza e punti di debolezza in abilità cognitive specifiche, che interagiscono coinvolgendo tutto il funzionamento cognitivo.

 

Il trattamento della disabilità intellettiva e il ruolo del Coach Familiare

La riabilitazione cognitiva riveste, un’importanza fondamentale nel favorire il rafforzamento e in alcuni casi l’introduzione di quelle abilità che non si sono sviluppate e consolidate spontaneamente.

Un’attenzione particolare poi è data ad insegnare abilità che favoriscano l’autonomia e l’integrazione sociale del paziente.

L’intervento del Coach Familiare implementa per queste persone specifici supporti per poter facilitare nuovi apprendimenti, sviluppare diverse abilità, comprendere informazioni complesse, comprese strategie d’interazione sociale.

In questo passaggio è importante dare ascolto alle aspettative, motivazioni, preferenze e desideri della persona con disabilità, unitamente ad una corretta valutazione del proprio livello di gravità, connesso principalmente al funzionamento adattivo (ambiti concettuale, sociale e pratico).

Questo permette la stesura di un piano di sostegno individualizzato, anche grazie all’utilizzo di strumenti standardizzati di valutazione, che mira a migliorare la qualità della vita del paziente in questione.

Il supporto deve essere costruito ‘ad hoc’ come un ‘vestito su misura’ sulla base delle necessità e difficoltà.

Deve essere organizzato in termini di tipologia, frequenza e durata, non solo in base alle caratteristiche della persona, ma integrarsi al contesto ambientale e di vita.

È importante far presente, soprattutto ai familiari, che la maggioranza delle persone con disabilità intellettiva può vivere una vita indipendente e autonoma se si assicurano supporti adeguati, modulabili e continuativi.

photo: Photo by JESHOOTS.COM on Unsplash

 

 

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