Dislessia e DSA in età adulta: quali prospettive

Dislessia e DSA sono solitamente considerati problemi dell’infanzia

La Dislessia è un disturbo specifico solitamente attribuito ai bambini.

Se parliamo di DSA la prima cosa che ci viene in mente sono gli innumerevoli problemi che i bambini con tale diagnosi affrontano nel contesto scolastico.

La stessa denominazione DSA ovvero “Disturbi Specifici dell’Apprendimento“, focalizza l’attenzione sugli apprendimenti scolastici, portandoci erroneamente a pensare che le peculiarità della dei DSA si limitino a questo contesto.

In Italia la maggior parte delle ricerche in materia di dislessia e DSA si focalizzano esclusivamente sull’infanzia, come se i dislessici a un certo punto cessassero di esistere.

Ma qual è la condizione dei dislessici adulti nel mondo del lavoro?

Quali i problemi che un Dislessico adulto affronta nella quotidianità?

 

L’eccessiva enfasi sull’infanzia

Il carattere di urgenza che ha avuto il trattamento a livello scientifico e sociale della dislessia ha portato in un primo momento alla diffusione di informazioni sul tema per la maggior parte legate all’infanzia.

Dato il contesto socio culturale dell’epoca risultava essenziale concentrarsi là dove emergevano i problemi e le sofferenze maggiori.

Era prioritario indagare l’eziologia, fornire diagnosi precoci, formazione agli insegnanti, metodi e strumenti compensativi e dispensativi.

Questo eccessivo ma dovuto focus sull’infanzia, ha portato alla creazione nell’immagine comune dello stereotipo di dislessico bambino.

Pochissime ricerche si sono concentrate sull’evolversi del disturbo nell’intero ciclo di vita dell’individuo. Risulta paradossale.

Ci preoccupiamo che i dislessici apprendano, ma non di come vengono utilizzati questi apprendimenti.

 

DSA e trend evolutivo al crescere dell’individuo

Al crescere dell’individuo le caratteristiche del disturbo specifico dell’apprendimento si modificano rendendone ancora più mascherate le peculiarità.

Essere dislessici non è più così evidente, né più così socialmente accettato.

Il trend evolutivo del disturbo specifico si modifica in quanto l’adulto DSA compensa la lettura aiutandosi con il significato, per questa ragione non è raro che un adulto dislessico possa trarre piacere dalla lettura allo stesso modo di un adulto non dislessico.

Queste peculiarità dei dislessici adulti impattano con quello che è lo stereotipo di dislessico.

 

DSA in età adolescenziale

In adolescenza il sintomo preminente resta la lentezza nella lettura mentre l’accuratezza e la fluidità tendono a migliorare in maniera più consistente, come conseguenza dell’esposizione al testo scritto e alla scolarizzazione.

La non aderenza allo stereotipo rende il disturbo ancora più mascherato e porta al paradosso per cui molti adolescenti e dislessici sono costretti a dover dimostrare la propria dislessia.

Il doversi mostrare in un certo senso “devianti” rispetto al gruppo dei pari è l’elemento di maggiore criticità in adolescenza e preadolescenza.

In questa età di vita il ragazzo potrebbe evitare di voler esternare la propria dislessia.

La preoccupazione dell’accettazione sociale può portare al rifiuto degli strumenti compensativi e delle strategie di apprendimento proposte al ragazzo.

Questo rifiuto tende a decrescere nell’accesso ai gradi superiori di istruzione.

 

DSA giovani adulti nel contesto universitario

L’università richiede al ragazzo DSA un livello di autonomia nella gestione dello studio superiore legata a un’età, in cui inizia socialmente a venire meno il sostegno dei genitori.

Gli adulti con DSA nelle università mostrano non più solo bisogni legati all’apprendimento ma anche la necessità di mettere in pratica buone doti organizzative per la gestione del tempo delle sessioni d’esame, bandi per borse di studio, tasse e scadenze.

Al fine di venire incontro a questi bisogni, molte facoltà hanno istituito dei servizi di tutoraggio per studenti DSA.

 

Le problematiche della diagnosi in età adulta

La diagnosi in età adulta è complicata da alcune problematiche:

  • Le performance di lettura in età adulta tendono a migliorare considerevolmente questo rende impossibile l’applicazione di test diagnostici che si utilizzano in età evolutiva.
  • I servizi diagnostici si rivolgono per la maggior parte all’età evolutiva, dunque non possono effettuare diagnosi oltre il diciottesimo anno di età, mentre i servizi neuropsicologici per gli adulti raramente si occupano di diagnosi di dislessia.
  • Tutti i test che sono stati pensati per l’età evolutiva sono state fatte mediante prove di lettura a voce alta. Questo tipo di lettura è poco utilizzata nell’adulto mentre la più frequente risulta la lettura di tipo silente per ovvie ragioni contestuali.
  • L’abilità di lettura in età adulta e adolescenziale è l’acquisizione di competenze che si acquisiscono in età evolutiva, dunque le prove per età evolutiva non possono indagare quegli aspetti del processo tipici dei lettori adulti.

Non vi è un consenso unanime su quali test utilizzare in età adulta.

Recentemente, al fine di ovviare a questi problemi, è stata proposta una batteria di test specificatamente rivolta alla diagnosi di dislessia in età adulta: la BDA 16-30 (Ciuffo), che utilizza prove appositamente studiate per le peculiarità del disturbo in questa fase di vita.

 

Dislessici nel mondo del lavoro

Sono scarse le ricerche che hanno studiato la condizione dei dislessici nel mondo del lavoro, la maggior parte di esse deriva dal panorama anglosassone dove i dislessici nel contesto lavorativo godono di maggiori tutele.

In Italia non esiste una legge che tuteli o inquadri i lavoratori dislessici.

Di recente anche in Italia ci si è mossi in questa direzione, grazie al lavoro della Fondazione Italiana Dislessia che ha attivato due progetti in quest’ambito:

Il primo progetto (Dislessia@work), ha come destinatari adulti con DSA che si affacciano al mondo del lavoro e si prefigge come finalità generale l’aiutare gli aspiranti lavoratori con DSA nella varie fasi di ricerca del lavoro, inserimento e crescita professionale.

Il secondo progetto (DSA progress for work) si rivolge alle aziende ed è finalizzato a fornire alle imprese strumenti e formazione idonea, finalizzata alla costruzione di un insieme di prassi “Dyslexia friendly”, mediante la creazione di linee guida stabilite in accordo con quelli che sono gli obiettivi e prefissati dalle imprese.

 

Il ruolo del Coach Familiare nella dislessia e DSA degli adulti

In Italia l’assenza di una normativa specifica per i DSA nel mondo del lavoro e la scarsità di ricerche in quest’ambito, lascia ancora un grande punto interrogativo su quali siano le peculiarità e i bisogni dei dislessici adulti nel mondo del lavoro.

Parlare di questo tema risulta prioritario sia per le imprese che per i singoli soggetti con diagnosi di dislessia che per il futuro dei giovani dislessici.

Il ruolo del Coach familiare in quest’ambito sarà dunque determinante perchè ascoltando, osservando e rispondendo ai bisogni delle famiglie, le aiuterà nella creazione di una rete sociale, che possa fungere da sostegno.

Il supporto sociale riduce la tensione e il senso di pericolo, cambia la valutazione delle proprie competenze, aumenta le capacità personali e il senso di autoefficacia, aspetti fondamentali per affrontare le sfide quotidiane del mondo del lavoro.

(Foto: disegno di Escher)

 

 

Vuoi saperne di più

sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento?

Contattaci