Il “Dopo di noi” e la vita insieme

E’ bello stare insieme, ma “Dopo di noi”?

Ma insieme perché o insieme per chi? E se parliamo del “Dopo di noi”, per ognuno di noi, il termine ‘insieme’ che valore acquista?

‘Insieme’ mi fa pensare a Giuliana. Giuliana, una donna di 50 anni (e che donna!) con tetraparesi spastica dalla nascita, nata a Napoli. Parlare delle difficoltà che la condizione comporta, ad oggi, potrebbe risultare riduttivo. Perché è nel dopo di noi che acquista importanza la caparbietà, la spinta dei genitori, dei fratelli, della rete, di non mollare.

Forse, per iniziare a credere in un dopo di noi possibile possiamo, anche solo nel tempo della lettura, cambiare la prospettiva, abbandonando la paura dell’incerto futuro.

 

Giuliana e il “Dopo di noi”

Giuliana ha una famiglia numerosa, la sua villetta in campagna le permette di godere dell’aria pulita, del sole caldo, delle farfalle, delle finestre aperte con l’odore del mare in lontananza.

Il papà Nicola e la sorella Anna si prendono cura di lei e si sentono soli la sera, quando la testa si posa sul cuscino.

Per tutta la giornata la vita di Giuliana è una risata, un’attenta voglia di felicità che riempie lo spazio e che copre le tante difficoltà.

I genitori pensano:

La necessità del “Dopo di noi” dovrebbe essere alleggerita. Quante volte ci siamo ‘vergognati’ nello spiegare le attenzioni che la quotidianità prevede. Quante volte ci siamo sentiti incompresi perché chi non vive ciò che viviamo noi, non può capire l’indescrivibile occhio vigile che serve.

 

In quel momento, in quei pensieri, la rete cambia.

E’ costretta a cambiare, perché quando:

  • Nicola si strofina la barba, Giuliana capisce che è prossimo a farla
  • Se è il momento di scegliere quale pasta mangiare, Nicola mostra due pacchi e Giuliana, con un battito di ciglia e accompagnata da un sorriso, sceglie
  • Quando Nicola esce di casa, con la sua Fiat Panda verde, si ferma all’altezza della finestra e con le mani le fa cenno, che dopo poco tornerà
  • E quando, ogni giorno Giuliana deve essere sollevata, il tempo si conta (uno, due, tre…) e serve sì per permettere ai muscoli di Nicola di esser pronti, ma più che altro a Giuliana per capire che sta per essere presa.

Tutto questo Nicola non lo spiega all’infermiera del 118, che viene per il controllo, né lo spiega a chi passa da casa e con occhio incuriosito e a volte incerto prova a comprendere la loro vita. O meglio, non lo spiegava…

 

Nicola per il ‘Dopo di lui’ ha scelto di coinvolgere tutti

Ma proprio tutti! Dal commerciante della zona, che deve conoscere i gusti di Giuliana, a tutti i professionisti che cambiano e cambiano ancora rischiando di perdersi le piccolezze, che rendono Giuliana unica, come tutti d’altronde.

Con la gioia dei suoi racconti e delle sue raccomandazioni, Nicola il “Dopo di noi”, l’ha costruito.

Ad ognuno ha lasciato determinate indicazioni, quelle utili a far sorridere Giuliana anche quando sembra che il sorriso non ricordi cosa sia.

Le numerose lotte con il Comune e le infinite telefonate, stressanti, snervanti, sfiancanti, hanno un particolare significato, perché Nicola di anni ne ha 90 e il ‘Dopo di noi’ ancora non è contemplato, né legalmente delineato.

I cambiamenti sociali e culturali non permettono a nessuno di noi, di godere di ciò che il diritto sottende, ma la forza, che ogni essere ha dentro sé, forse può non bastare a cambiare il sistema, cambiando l’andamento delle giornate, che poi diventano futuro.

 

Comunicare è la chiave di volta per iniziare a costruire il “Dopo di noi” durante noi

La storia di Nicola e Giuliana serve a tenersi stretti per mano.

Raccontare uno stralcio di vita, serve a renderla credibile più di quanto non lo sia già nella realtà.

Non ci sono teorie, ma solo la pratica che ogni giorno aiuta a comprendere le ore trascorse insieme.

Nicola ha scelto di raccontare, di coinvolgere le persone intorno a lui e intorno a Giuliana, mentre ancora spesso ci sono famigliari che non parlano con nessuno, che non hanno nessuno con cui confrontarsi.

Parlare, comunicare è la chiave di volta per iniziare a costruire il “Dopo di noi” durante noi.

 

E se qualcuno non ce la fa?

Se non si ha nessuno con cui parlare e confrontarsi e se le persone che una volta erano vicine, oggi non lo sono più?

In questi casi è bene chiedere la consulenza e l’aiuto di un professionista, che aiuti a fare rete, a trovare collaborazioni e aiuti con altre persone.

Si può fare, basta saperlo fare. Nicola ce lo insegna!

Per ogni “Dopo di noi” ci deve essere un racconto di tutela.

La speranza come rammarico spezza il filo d’energia che compone la possibilità di potercela fare, perché è con la conoscenza che possiamo limitare le difficoltà.

E allora per affacciarvi nella vita degli altri ancor di più, potete leggere questa storia. Per chi ha voglia di leggere, eccone un’altra e per commuovervi ecco un’altra storia ancora, quella da cui abbiamo tratto l’immagine di questo articolo e quindi…buona lettura!

 

 

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