Percorso Coach Familiare: il coinvolgimento della famiglia

Il percorso del Coach familiare inizia dal coinvolgimento della famiglia

Nel percorso di Coach Familiare il coinvolgimento della famiglia è uno degli elementi alla base del metodo, che è rivolto all’utilizzo da parte di psicologi ed educatori.

L’intervento basato su questa metodologia si distingue per il fatto che il professionista non lavora solamente con la persona con disabilità, ma con l’intera famiglia ed altre importanti figure da essa indicate.

La famiglia in primis, infatti, è attrice principale nel processo di cambiamento. L’intento è quello di attivare, sviluppare nuove modalità che la famiglia possa fare proprie ed applicare anche quando il percorso sarà terminato.

E come è possibile ottenere questo se non coinvolgendola attivamente in quello che facciamo con la persona con disabilità?

Per spiegare meglio questo concetto voglio raccontare il percorso di Coach Familiare fatto con Marta e la sua famiglia.

 

Il caso di Marta: chi è Marta?

Marta, nome di fantasia, ha 29 anni anni, all’età di circa 15 anni ha manifestato alcuni sintomi psichiatrici per i quali è stata presa in cura e assume tuttora una terapia farmacologica.

Nel momento in cui ci conosciamo Marta vive con i genitori, si presenta accogliente e curiosa di capire chi sono. Ha alcune difficoltà di movimento e di equilibrio, presenta scialorrea e necessita di qualche secondo prima di rispondere a quanto le chiedo. La ragazza chiede spesso cosa farà dopo o nei giorni successivi.

Marta al mattino si sveglia molto presto (le 5 circa) e si dedica ad attività che le piacciono, come colorare, fare dei puzzle, prima di recarsi al centro diurno dal quale rientra a casa a metà pomeriggio. Al suo rientro, dopo un piccolo spuntino, si dedica nuovamente a varie attività in camera sua o in soggiorno, fino all’ora di cena.

Alle 20 circa Marta è così stanca che inizia a chiedere di andare a dormire; i genitori con molto impegno e non poco sforzo riescono a posticipare alle 20:40 il momento in cui la figlia si corica.

Marta frequentemente manifesta delle crisi: i genitori raccontano che inizia a picchiare chi è intorno a lei e, nella maggior parte di queste occasioni, prima di farlo ripete più volte di sentirsi stanca.

Quando la famiglia comprende che Marta sta per avere una crisi la comunicazione diventa poco chiara: alla ragazza vengono posti suggerimenti e domande in maniera concitata, le voci si sovrappongono e difficilmente si attende il tempo necessario a Marta per elaborare quanto detto e rispondere.

 

Pause “obbligate”

La giornata di Marta è molto piena ed è comprensibile che si senta stanca soprattutto in alcuni momenti. La ragazza fatica ad accettare i suggerimenti dei genitori di riposare un po’, di fermarsi e sedersi semplicemente sul divano senza fare nulla.

Propongo pertanto a Marta ed ai genitori di introdurre un’agenda visiva.

Questo è uno strumento utilizzato molto con persone con disturbo dello spettro autistico, ma risulta efficace anche per persone che presentino delle difficoltà cognitive, come Marta.

L’agenda visiva risulta efficace per scandire il tempo (identificato con lo scorrere delle attività), consente inoltre un’anticipazione di ciò che avverrà successivamente, abbassando conseguentemente l’ansia della persona.

Il coinvolgimento di Marta e dei genitori nel costruire l’agenda mi sembra la cosa più opportuna da fare, pertanto insieme ci mettiamo al lavoro:

  • facciamo una lista di attività che Marta fa a casa o con la famiglia
  • seleziono immagini e foto che possono rappresentare le attività individuate (più immagini per ciascuna attività)
  • Marta sceglie l’immagine identificativa per ciascuna attività
  • i genitori si procurano tutto il materiale per costruire l’agenda (cartoncino, velcro ecc.)
  • insieme ai genitori e Marta costruiamo praticamente l’agenda visiva
  • mostro ai genitori come aiutare Marta nell’utilizzare l’agenda

Particolare fondamentale è che tra le immagini ho inserito una che rappresenta la pausa. Quando Marta trova questa immagine deve non fare niente: può sdraiarsi sul letto o sul divano, mettersi in poltrona, come preferisce, ma non deve fare altre attività.

Parola d’ordine RIPOSO.

Dopo ciascuna attività Marta deve fermarsi. In pratica l’agenda è costellata di “pause obbligate”.

 

Il coinvolgimento della famiglia nel percorso

I genitori di Marta sono desiderosi di comprendere, capire, provare, sono molto attenti nell’utilizzo dello strumento.

Marta viene quotidianamente coinvolta dalla famiglia nell’organizzare l’agenda in base alle sue preferenze, ad eventuali impegni familiari e/o personali.

La ragazza accetta di buon grado la pausa “obbligata” e coglie l’utilità di questo momento per lei.

Alla base del coinvolgimento della famiglia nella costruzione e nell’utilizzo dello strumento ci sono varie motivazioni.

È importante infatti che la famiglia:

  • si senta parte attiva del processo
  • comprenda la logica alla base dello strumento
  • sviluppi le competenze nel costruirlo e nell’utilizzarlo

Sarà la famiglia infatti ad accompagnare Marta nell’utilizzo dell’agenda visiva, inoltre nel tempo potrà ampliare la gamma di attività da inserire e nel farlo sarà completamente autonoma.

 

Quali traguardi ha raggiunto la famiglia?

Le crisi di Marta si sono ridotte drasticamente fino praticamente ad annullarsi.

L’introduzione dell’agenda visiva e l’adozione di modalità comunicative più pacate ed adeguate nei momenti in cui Marta afferma di sentirsi stanca, hanno portato a tale risultato.

La famiglia è completamente autonoma nel supportare Marta nell’utilizzo dello strumento visivo ed i genitori si sentono più sicuri nella gestione delle crisi.

Il coinvolgimento della famiglia è stato un elemento fondamentale per incrementare il benessere di Marta, che è diventata consapevole dell’importanza che ha per lei riposarsi, tanto che talvolta lo chiede lei per prima. Anche il benessere dei genitori ne ha significativamente beneficiato.

Il loro senso di autoefficacia è aumentato, sentono di avere più strumenti e risorse per fronteggiare alcuni momenti difficili. Le crisi di Marta, diventate ormai sporadiche, vengono vissute in maniera meno angosciante.

 

 

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