Turismo Accessibile: a che punto siamo in Italia?

Cos’è il Turismo Accessibile?

Il Turismo Accessibile è passato in questi anni da intuizione di pochi pionieri a business riconosciuto dal mercato. Parliamo, prima di tutto, di turismo attento ai bisogni di tutti, quindi con una qualità dell’offerta molto alta.

È indispensabile saper rispondere ai bisogni di persone con disabilità motoria, di coloro che non vedono o non sentono, che hanno difficoltà cognitive, senza dimenticare che l’innalzamento dell’età media dei cittadini Europei, porterà al 34% la popolazione Over 65 entro il 2030.

Avere più di 65 anni non significa certo avere una disabilità, ma è sicuramente necessaria una maggiore attenzione alla qualità di:

  • ambienti;
  • spazi;
  • servizi.

 

che vengono forniti all’interno delle strutture, che siano ricettive, culturali, balneari o naturalistiche.

Turismo Accessibile significa quindi saper coniugare le ragioni dell’impresa turistica con la capacità di saper rispondere ad una domanda di “ospitalità” che richiede:

  • attenzioni;
  • dialogo;
  • conoscenze tecniche.

 

Erroneamente si tende ad accomunare il Turismo Accessibile alla sola disabilità delle persone, ricavandone quindi una visione quasi medico/ospedaliera di questo tipo di turismo.

Nulla è più sbagliato! Turismo Accessibile significa: stesso prezzo, stesso luogo, più turisti!

 

Il Turismo Accessibile è solo abbattimento di barriere architettoniche? C’è una filiera legata al turismo accessibile in Europa? 

Il mercato del Turismo Accessibile è costituito da:

  • 127 milioni di clienti in Europa
  • 1,54 milioni in America
  • 43 milioni in Brasile
  • 34 milioni in Medio Oriente

Sono clienti che si muovono con una frequenza alta, per periodi più lunghi, soprattutto nella bassa stagione, spendendo più della media dei turisti.

Non si giustifica quindi la mancanza di attenzione da parte degli imprenditori turistici verso un target che potrebbe essere così proficuo, se non con l’impatto distorto che il tema della accessibilità, intesa come abbattimento delle barriere architettoniche, ha avuto sulle norme tecniche legate all’edilizia.

Troppo spesso si è portati a pensare che il rispetto della “norma tecnica” sia sufficiente a rispondere alle richieste di questo mercato.

 

L’offerta di una Ospitalità Accessibile

Bisogna invece distinguere tra il rispetto della norma e l’offerta di una Ospitalità Accessibile.

Per questo motivo è necessario abbandonare il concetto di turismo accessibile, legato oggi al rispetto delle norme sulle barriere architettoniche, per entrare in quello più ampio e meno ghettizzante dell’Ospitalità Accessibile, trasformando l’obbligo dell’Accessibilità, in un centro di profitto, l’Ospitalità Accessibile.

Ospitalità Accessibile significa quindi creare un prodotto turistico attento alla fruibilità dei servizi da offrire, prestando attenzione al fatto che tutti possano essere protagonisti attivi della propria vacanza.

Ci deve essere una “capacità di Ospitare” che non sia più solo cordialità e disponibilità del personale, ma si esprima con una vera e propria capacità di problem-solving e di competenze professionali nell’affrontare le richieste di questi target, trovando risposte adeguate e servizi adatti, garantendo così una Accessibilità Trasparente.

 

Turismo Accessibile in Italia, a che punto siano?

Parlare di Turismo Accessibile in Italia significa soprattutto citare il “Libro Bianco sul Turismo per Tutti” del 2013.

Tuttavia, pur essendo il tema molto sentito anche dalle istituzioni, ancora oggi l’accessibilità e la vacanza a misura di disabili sono argomenti nebulosi.

Come detto, infatti, il Turismo Accessibile non è solamente quello che si rivolge alle persone con disabilità fisica, ma anche al più ampio numero di persone con disabilità motoria (in sedia a rotelle, sedie con motore o semplici difficoltà di deambulazione), persone con disabilità sensoriale (non vedenti, ipovedenti, non udenti o ipoudenti) e persone con disabilità cognitiva.

A livello più ampio, però, si possono includere tra le categorie di persone con esigenze specifiche anche:

  • obesi
  • autistici
  • genitori con passeggino
  • donne in gravidanza
  • persone con particolari esigenze alimentari per ragioni fisiche o culturali.

Pochi sanno che in Italia è attiva la Commissione per la promozione e il sostegno del Turismo Accessibile, che vuole mettere al centro del sistema turistico i bisogni di ogni persona.

Questa Commissione considera il Turismo Accessibile la massima espressione della civiltà e per questo in Italia è stata realizzata la Carta dei diritti del turista.

 

Cosa significa costruire un progetto di turismo accessibile? Ci sono dei vantaggi? 

Costruire un progetto di Turismo Accessibile significa considerare l’accessibilità per tutti e non solo un modello univoco di accessibilità.

E’ necessario quindi passare dalle disabilità ai bisogni.

Questa è la vera innovazione culturale che occorre fare per potersi avvicinare in modo professionale al Turismo Accessibile.

Questo approccio risulterà essere completamente neutrale rispetto alle eventuali disabilità che le persone possono avere, consentendo loro, indipendentemente dai bisogni, di poter fare una scelta informata.

Quali sono i vantaggi che un simile approccio consente di avere:

  • La decisione della scelta viene rimessa in capo alla persona, diventando così esso stesso protagonista della scelta.
  • La struttura turistica non avrà una connotazione di carattere ospedaliero ma conserverà per tutti il proprio appeal turistico.
  • Non sarà la struttura turistica a classificarsi come adatta per una categoria, ma sarà scelta dal cliente che vedrà nella struttura la soddisfazione alle proprie esigenze, indipendentemente dalle proprie disabilità.
  • Nessun malinteso rispetto alla interpretazione del significato “adatto per disabili”.
  • Potremo essere scelti da turisti di qualsiasi Paese o Cultura.

 

 

Cosa pensi del Turismo Accessibile in Italia? 

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