Violenza di genere e indipendenza economica

Violenza di genere: indipendenza economica come fattore di autonomia

Questa è la definizione di indipendenza dell’Enciclopedia Treccani:

 

Condizione di chi o di ciò che è indipendente, riferito sia a nazione, sia a persona, sia a cose, fatti, ecc. Con riferimento a persone singole, s’intende in genere la libertà da uno stato di soggezione, anche economica (dalla famiglia o da altri), o una condizione non subordinata e comunque autonoma

 

Lavoro e libertà: concetti complementari  

La mancanza di una posizione lavorativa stabile che possa garantire un’indipendenza economica, ad oggi risulta essere un’aggravante per le vittime di violenza di genere.

In seguito ad un recente studio, è risultato evidente che le vittime rivendicano la necessità di un lavoro, sostenendo che sia una giusta occasione per avere una vita dignitosa. Una riflessione che si focalizza non solo da punto di vista economico ma, a loro dire, sarebbe anche un modo per trovare la motivazione per andare avanti e ricominciare.

Analizzando i risultati ottenuti dalle interviste al nostro campione di riferimento, in quest’ottica troviamo principalmente le donne; infatti alcune di loro affermano quanto una disponibilità economica sia condizione fondamentale affinché non si sentano ancora vincolate a nessuno, diventando libere e autonome, un concetto che ribadiscono spesso.

 

Come intervenire?

Fornendo un supporto professionale e individuale alle vittime.

E’ emersa, dunque, la consapevolezza dell’importanza di aiutare queste persone vittime di violenze fisiche e psicologiche a riprendere la loro libertà e guidarle al reinserimento all’interno della società. Trattandosi di situazioni ed esperienze molto delicate l’intento è proprio quello di motivare ad un cambio di prospettiva promuovendo un reale intervento pratico.

 

Come possiamo garantire un sostegno?

Il supporto e l’azione sono fattori importanti per gestire casi di violenza e coercizione della libertà.

Potrebbe essere efficiente un impegno tempestivo atto a cercare una posizione lavorativa a queste persone, attivando un servizio di “Ricerca Lavoro” indirizzato alle vittime di violenza, cercando possibilmente di conciliare le loro esigenze al contesto nel quale dovrebbero essere inserite, in modo tale che possano avere non solo una disponibilità economica sufficiente per eventuali necessità familiari e personali, ma anche di sentirsi appagate da un punto di vista professionale.

Sviluppare un sistema operativo mirato, dunque, che possa adattarsi alle differenti situazioni e gestirle in maniera pratica e funzionale.

 

Una proposta: il metodo del COACH FAMILIARE

Il Coach Familiare è un metodo di lavoro per famiglie al cui interno ci siano persone con situazioni di disagio di qualsiasi tipo: fisica, intellettiva, acquisita, psichiatrica, ecc.

Esso prevede che le attività vengano svolte a domicilio, con il coinvolgimento della famiglia e dei Servizi Sociali preposti. Alla famiglia viene affiancato un Coach Operativo e un Coach Supervisore che saranno i punti di riferimento per tutta la durata del percorso.

Attraverso questa metodologia, si potrebbe pensare di attuare interventi a tempo determinato e di differenti modalità:

  • sostegno alla persona vittima di violenza e orientamento delle proprie potenzialità.
  • supporto educativo ai familiari nella gestione del disagio e comprensione delle dinamiche familiari in atto.
  • riacquisto di autonomia attraverso la promozione del reinserimento sociale, familiare e lavorativo.

Lo scopo è promuovere una visione finalizzata a garantire un sostegno funzionale per persone che si trovano in difficoltà.

Le vittime affermano spesso di sentirsi isolate e senza speranze per il futuro: il metodo del coach familiare potrebbe essere una valida opportunità.

 

 

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