Welfare Generativo: cos’è e che scopo ha
Quando si parla di Welfare ci si riferisce alla capacità del sistema sociale di uno Stato di garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili.
Accompagnando alla prima parola il termine “generativo”, ci si riferisce ad un Welfare che sia capace di rigenerare le risorse già disponibili, rendendole disponibili per altre persone.
Lo scopo del Welfare Generativo è quello di responsabilizzare le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare l’efficacia degli interventi, delle politiche sociali a beneficio dell’intera collettività.
I pilastri del Welfare Generativo
Il Welfare Generativo si fonda su tre pilastri fondamentali:
- Solidarietà: la Costituzione italiana inserisce questo valore tra i “doveri inderogabili”, a cui nessun soggetto può sottrarsi. Questo dovere si deve esercitare a vari livelli (politico, economico e sociale).
- Uguaglianza: questo valore presta attenzione a coloro che vengono definiti “ultimi”, ai fini di consentire a tutti di essere riconosciuti nella loro dignità e ai poveri di essere percepiti come risorsa e non solo come un peso.
- Responsabilità: esorta i cittadini a interrogarsi sul contributo che ciascuno, per la propria parte, può dare nella realizzazione di qualcosa che si può definire come un bene comune.
Un passaggio che può fare la differenza
Sul sito ufficiale del Welfare Generartivo viene esposta una chiara analisi tra due tipologie di welfare differenti.
Il Welfare attuale si definisce come “redistributivo” ovvero un sistema che raccoglie e redistribuisce le risorse alla società.
Il Welfare Generativo, invece, si basa su cinque azioni che includono le due del welfare attuale e si perfeziona con tre nuove azioni:
- Rigenerare
- Rendere
- Responsabilizzare
Il passaggio da un Welfare redistributivo, al cui centro vi sono le istituzioni, ad un Welfare Generativo con focus sulle persone è una vera e propria sfida, che vede coinvolti più attori sociali della ricerca e del non profit come:
- forze politiche
- imprenditoriali
- sindacali
- culturali
Tutti sono chiamati in campo per interrogarsi sulle possibili modalità di attuazione di questo nuovo modello di Welfare.
Condizione necessaria è muovere “dalla logica del costo a quella del rendimento”, passare dall’enfasi sul valore consumato a quella sul valore generato. Significa superare “l’amministrazione senza rendimento”, con soluzioni capaci di trasformare le risorse a disposizione, puntando sull’innovazione delle risposte e non solo sul loro efficientamento.
Qualche esempio
Immaginiamo tutte quelle persone che ricevono aiuti economici di sostegno al reddito: una parte di essi non può svolgere attività lavorative a causa di malattia o età avanzata e per questo sono a carico della società.
Un’altra parte di loro, invece, ha energie e salute adeguate a svolgere attività lavorative, per questo dovrebbero essere aiutati ad inserirsi nel processo lavorativo e produttivo e, in attesa di questo, a contribuire essi stessi alla creazione di valore sociale.
Potendo svolgere attività lavorativa potrebbero rendersi autonome economicamente (liberando risorse del welfare), oppure potrebbero fornire servizi (ad esempio, pulendo le strade del quartiere).
Un altro esempio potrebbe essere quello relativo alla, purtroppo, grande e crescente fetta di lavoratori in cassa integrazione costretti a momenti di forzata inattività.
Questi lavoratori ricevono per la loro giusta sopravvivenza un’indennità, che potrebbero restituire alla società, sotto forma di attività a favore della comunità.
In questo modo si chiede alla persona aiutata di responsabilizzarsi, portando alla luce le proprie capacità e competenze, evitando, così, una dipendenza dal sistema assistenzialistico.
Una nuova prospettiva
Ad oggi una persona che vive un momento critico, quindi una condizione di bisogno, ha la possibilità di ricevere aiuti sociali che attenuano il bisogno stesso.
Questi aiuti, però, recano un beneficio individuale alla persona in questione, ma non hanno ricadute positive sullo stesso sistema, che li genera.
La nuova prospettiva del Welfare Generativo vede un incontro tra diritti e doveri sia da parte dell’individuo, che da parte della società, un sistema di dare-avere reciproco, un sistema in cui non vi sono situazioni, che vanno solo supportate, ma bensì che a loro volta possono fornire supporto.
Obiettivi del Welfare Generativo
L’obiettivo è generare solidarietà e responsabilità sociale.
In questo modo si hanno ricadute positive per il beneficiario e per la comunità, una vera e propria strategia win-win, alla fine della quale tutti avranno vinto e soddisfatto i propri bisogni e interessi.
Perché non passare da uno Stato sociale assistenziale ad uno generativo? Non abbiamo nulla da perdere, anzi!
Il Cohousing è uno dei modi, in cui si può esprimere il Welfare Generativo, sviluppando in un contesto di sussidiarietà e solidarietà aspettative e autonomie delle famiglie e persone coinvolte e per il quale un supporto fondamentale può risultare quello del Coach Familiare.
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