I bisogni delle famiglie di DSA
Le ricerche in ambito di benessere psicologico delle famiglie di ragazzi o adulti con DSA hanno evidenziano particolari bisogni espressi dai familiari, riassumibili nei punti seguenti.
Bisogno da parte della famiglia di ottenere maggiori informazioni sul tema dei DSA
Cosa sono i DSA? Come muoversi a livello burocratico e diagnostico? Come accedere a servizi e reperire informazioni sul disturbo?
Molti genitori di bambini diagnosticati DSA, mostrano ovviamente una certa preoccupazione per il futuro del proprio figlio.
Tuttavia la maggior parte delle informazioni fornite dagli specialisti si limita ad evidenziare le aree problematiche a scuola e tralascia il contesto di vita.
Ad esempio:
mio figlio diagnosticato con disturbo del calcolo grave imparerà la gestione del denaro?
Queste autonomie spesso non sono esercitate a scuola, resta ai genitori il compito di insegnarle.
In questo contesto potrebbe risultare utile una figura di supporto alla famiglia, che funga da supporto verso l’autonomia.
Supporto al percorso diagnostico
La gestione delle dinamiche familiari nel percorso diagnostico risulta carica di emotività espressa.
L’emotività espressa è definita come: l’indice della temperatura emotiva nell’ambiente familiare, e indica l’intensità della risposta emotiva del familiare in un dato momento. Comprende anche costrutti come il criticismo, l’iper-coinvolgimento emotivo e l’ostilità.
Il criticismo si manifesta con commenti negativi o feedback positivi invalidati da una critica, come ad esempio:
vedi che sei bravo quando vuoi!
L’iper-coinvolgimento emotivo riguarda i comportamenti di iperprotezione, con il rischio di far crescere delle persone che, da adulti, avranno più difficoltà a cavarsela da soli.
Aiuto nella gestione delle dinamiche di colpa
Spesso i genitori a seguito della diagnosi sperimentano rimorso per non aver riconosciuto prima il disturbo. Infatti, è comune nel periodo che precede la diagnosi e l’etichettamento formale di DSA, sollecitare molte pressioni sul ragazzo per motivarlo ad impegnarsi.
Eccessive dinamiche di colpa possono portare sia a maggiori conflitti all’interno di tutta la famiglia che ad atteggiamenti di iperprotezione verso il ragazzo, oltre che essere un innegabile fonte di stress genitoriale.
Bisogno di supporto e collaborazione nello svolgere i compiti a casa
L’avere troppo poco tempo libero per supervisionare i compiti e l’apprendimento del
bambino, nonché i conflitti e i comportamenti problema che possono emergere al momento dei compiti a casa sono dinamiche spesso riferite dalle famiglie.
In questi casi può essere utile un esperto che osservi la situazione dall’esterno e funga da mediatore, ma all’interno dell’ambiente domestico. Non è detto che le difficoltà che emergono a casa possano emergere in altri contesti più controllati, come ad esempio uno studio professionale.
Bisogno di mediazione con la scuola
Comunemente, i maggiori problemi della famiglia sono rappresentati dall’interazione con la scuola. Prendendo come esempio un noto forum online per familiari di ragazzi DSA, nella sezione rapporti scuola/famiglia troviamo molti post che riferiscono di difficoltà di rapporto fra familiari e operatori della scuola.
Le principali difficoltà sono riferite in merito al vedere riconosciuti i diritti dei propri figli in merito ai sussidi ma anche alla comunicazione con il corpo insegnante.
In che modo il metodo del Coach familiare può aiutare le famiglie di persone con DSA?
Affinché la famiglia possa sostenere al meglio la persona con DSA è necessario che i membri di essa siano sostenuti a propria volta.
Il professionista che lavora con la metodologia del Coach Familiare, agendo direttamente nel contesto domiciliare con la famiglia, riesce ad osservare le dinamiche maggiormente problematiche per i familiari e fornire feedback sui comportamenti da adottare rivolti a tutti i membri della famiglia.
Questo sostegno sul lungo termine non può essere svolto da un’unica figura specialistica, tantomeno da Coach che opera “al fine di divenire inutile”, fornendo cioè gli strumenti alle famiglie per poter cavarsela da soli in autonomia.
Il ruolo del Coach Familiare
Il ruolo del Coach in quest’ambito sarà dunque quello di ascoltare, osservare e rispondere ove possibile ai bisogni delle famiglie.
Nel contempo, il lavoro del Coach sarà teso all’autonomia aiutando la famiglia nella creazione di una rete sociale che possa fungere da sostegno.
Il supporto sociale risulta fondamentale per il benessere di tutti i componenti della famiglia, in quanto riduce la tensione e il senso di pericolo, cambia la valutazione delle proprie competenze, aumenta le capacità personali e il senso di autoefficacia.
Possiamo pensare che un intervento di coaching familiare nelle famiglie di persone con DSA possa avere i seguenti obiettivi:
Fornire supporto e feedback alle famiglie di ragazzi con DSA e i DSA stessi, nella gestione e gestire organizzazione dello studio a casa.
- Fornire strumenti per la gestione dell’etichetta diagnostica di DSA, dando sostegno sociale alla famiglia.
- Aiutare il ragazzo e la famiglia a reperire loro stessi informazioni sul disturbo, indirizzando il processo di ricerca di supporto, verso l’autonomia.
- Agire da mediatore tra:
- Famiglia e scuola;
- Persona con DSA e scuola;
- Famiglia, enti e servizi di sostegno.
Spesso l’iper-coinvolgimento familiare e l’impatto sociale del disturbo portano i genitori a scontri con gli insegnanti che potrebbero essere evitati con delle figure di mediazione.
Lavorare anche sulle autonomie organizzative del ragazzo.
Il ruolo dei genitori in questo ambito risulta fondamentale per due motivi:
- Le autonomie adulte, come organizzare un viaggio o gestire uno stipendio, non sono insegnate a scuola e sono a completo carico della famiglia.
- Per lavorare sulle autonomie organizzative è fondamentale partire dalla famiglia che per prima deve vedere nel ragazzo la possibilità di potercela fare.