Cos’è il Progetto di vita?
Il Progetto di vita è ancora un diritto poco conosciuto.
Si tratta del documento che, a partire dal profilo funzionale della persona e dai suoi bisogni, individua quali sono:
- possibilità
- servizi
- sostegni
che possono permettere alla persona di:
- migliorare la qualità della propria vita
- sviluppare tutte le sue potenzialità
- potersi sentire parte integrante della sua comunità
- avere la possibilità di vivere una vita indipendente e con le stesse opportunità degli altri.
Si tratta di un diritto sancito dalla legge 328/2000, nell’art. 14
In questo articolo di legge è stato indicato in modo esplicito:
il diritto della persona con disabilità di poter usufruire di uno strumento che riunisca in un unico ambito progettuale le indicazioni diagnostiche e i piani di intervento necessari sia per gli aspetti sanitari che per quelli sociali.
Il Progetto di vita della persona diventa un dossier nel quale poter inserire sostegni e opportunità, offerte dai sistemi:
- sanitario e sociale
- previdenziale e scolastico
- lavorativo
- ambientale/ domestico e socio-relazionale
scelte in accordo con la persona e/o con i familiari.
Qual’è lo scopo principale del progetto di vita?
Il Progetto di vita rappresenta una valida possibilità per la persona di autodeterminarsi e di realizzarsi, a prescindere dalla sua disabilità.
Rappresenta, altresì uno strumento capace di accrescere l’empowerment e di lavorare sui punti di forza e criticità di quella persona, in quel particolare momento della vita.
La riuscita richiede, sia al sistema pubblico che alle persone, un cambiamento culturale importante: le persone e le loro famiglie non devono più essere destinatari passivi, ma devono essere soggetti attivi del proprio cambiamento, protagonisti del proprio futuro!
Come si realizza un progetto di vita? Il primo passo.
Il Progetto di Vita deve essere richiesto dalla persona con disabilità o chi per lui (familiare, amministratore di sostegno), inoltrando una raccomandata al Comune di residenza o meglio ancora mandando una posta elettronica certificata.
Il Comune ha 60 giorni di tempo per rispondere e per avviare la procedura.
Alla base di tutto, c’è la necessità di coinvolgere la persona con disabilità, la famiglia e tutte le figure che si ritengono importanti per le proposte e la scrittura del progetto stesso.
Al Progetto di vita si affianca il “Budget di salute”, ovvero uno strumento contabile che definisce le risorse economiche, strumentali, professionali e umane, sia pubbliche che private di cui la persona ha bisogno per realizzare il Progetto di Vita.
Il Budget di Salute mira al protagonismo della persona, reso possibile dalla co-costruzione dei singoli progetti personalizzati e nella definizione di un contratto.
Stesura del Progetto di Vita e Coach Familiare
Nell’approccio che abbiamo elaborato all’interno della metodologia del Coach Familiare, il Progetto di Vita deve contenere indicazioni relative a tre aree:
- Area del desiderio, dove verranno raccolti i desideri e le cose importanti per la persona per una buona qualità di vita;
- Bisogni di sostegno, dove si raccoglieranno le informazioni rispetto a quali tipologie di sostegno necessita la persona (autonomie possedute e potenziali);
- Indicazioni relative alle componenti relazionali e comportamentali della persona con disabilità, al fine di poter individuare la tipologia di persone con cui più facilmente entra in relazione.
Le tempistiche e le prospettive
Lo studio della situazione, la raccolta delle informazioni e la stesura possono richiedere un tempo variabile dai 6 ai 12 mesi.
Il piano individualizzato aiuterà le famiglie a costruire consapevolmente il Dopo di Noi, potendo essere anche divulgato ad altri professionisti e/o Istituzioni che saranno coinvolti nel percorso.
Possiamo dunque affermare che il Progetto di Vita è uno strumento fondamentale che crea le condizioni necessarie affinché la persona con disabilità possa mettersi alla prova e capire, con i sostegni necessari, quali siano i suoi:
- desideri
- limiti e potenzialità
- bisogni.
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