ADHD: quali interventi mettere in atto?
Dopo aver spiegato in vari articoli cosa è e come si manifesta l’ADHD, abbiamo anche indicato che serve affrontare il disturbo con un approccio multidisciplinare.
Adesso invece cerchiamo di affrontare il tema dell’ADHD: quali interventi devono essere messi in atto?
Prima di tutto però ricordiamo che l’ADHD è un disturbo del neurosviluppo e comprende alcune condizioni che si sviluppano durante l’infanzia e che possono condizionare anche nella vita adulta la sfera:
- sociale
- scolastica
- lavorativa
- personale
e se non trattato adeguatamente, può influire sulla qualità della vita, compromettendo l’educazione, la carriera e le relazioni personali.
ADHD: interventi precoci sono essenziali
Un intervento precoce e un buon accompagnamento durante il percorso scolastico rappresentano la chiave di volta dell’intero successo formativo del bambino in ambito scolastico/lavorativo, sociale e anche emotivo.
É necessaria soprattutto la tempestività di un intervento multidisciplinare subito dopo la diagnosi, che implica la cooperazione tra più professionisti:
- neuropsichiatra infantile
- docenti
- famiglia
- bambino
- psicologi ed educatori/insegnanti
non solo in ambito scolastico, ma anche in altri ambiti come ad esempio quello sportivo.
ADHD: quali obiettivi degli interventi?
Nell’affrontare l’ADHD: quali interventi ed obiettivi di questi interventi di devono raggiungere?
Il trattamento dell’ADHD può includere:
- terapia comportamentale
- farmaci
- modifiche allo stile di vita
Gli obiettivi di questi interventi e trattamenti mirano a:
- Favorire il raggiungimento del miglior equilibrio a beneficio di un benessere psicofisico che preservi e/o supporti una buona qualità della vita di tutti (persona con ADHD, familiari e amici e altri professionisti che interagiscono con la persona interessata).
- Migliorare le competenze neurospicologiche metacognitive attraverso l’acquisizione di maggior consapevolezza cognitiva ed emotiva per il raggiungimento del successo scolastico e la costruzione dello sviluppo futuro.
- Aiutare famiglie e insegnanti ad incrementare autonomia per riuscire a gestire le difficoltà nella garanzia della sicurezza e dell’inclusione.
Il trattamento multimediale
Oltre ai trattamenti sopra indicati, si può affrontare l’ADHD con il trattamento multimediale, che consiste nel mettere in atto i seguenti interventi con relativi obiettivi:
- Piano didattico personalizzato (PDP) e il piano educativo individualizzato (PEI)
- Teacher training. Ha lo scopo di favorire un’adeguata inclusione scolastica del bambino, di ristrutturare la percezione del contesto scolastico nei suoi confronti e di consentire strategie educative più adeguate.
- Parent training. L’obiettivo è quello di aiutare i genitori a sviluppare nuove abilità, attitudini e modi di relazionarsi gli uni con gli altri.
- Approccio metacognitivo. L’obiettivo è quello di aiutare la persona a diventare più consapevole delle sfide di attenzione e concentrazione e a lavorare su abilità per migliorare la prestazione e la frustrazione
- Supporto alle famiglie. Ha come obiettivo quello di raggiungere e mantenere uno stato di benessere, affrontando situazioni di disagio e trovando soluzioni funzionali ai problemi incontrati.
- Sport e movimento. Lo sport rappresenta un fattore positivo nel percorso di trattamento per i bambini con ADHD poiché è in grado di influenzare positivamente le capacità sociali e relazionali del bambino, oltre a potenziare le sue capacità cognitive e il miglioramento della sua autostima.
Conclusioni
L’ADHD è una sfida che può essere affrontata con successo attraverso l’intervento di un team multidisciplinare.
Questo approccio personalizzato non solo migliora la capacità delle persone con ADHD di gestire:
- impulsività
- gestione del tempo
- pianificazione
- disattenzione
ma contribuisce anche a sbloccare il loro straordinario potenziale e a migliorare significativamente la loro qualità di vita.
Inoltre, la consapevolezza e l’educazione sul disturbo sono strumenti potenti per combattere la stigmatizzazione e creare un ambiente più inclusivo.
ph. Andrew Neel by pexels