Progetto di vita: la vision del Prof. Pietro Berti e del Coach Familiare
Guardiamo insieme la spiegazione di Pietro su…cos’è il Progetto di Vita e leggiamo poi da dov’è partito il progetto del Coach Familiare.
Progetto di vita: da dove siamo partiti
Quando circa 15 anni fa partii, con il mio gruppo di lavoro a delineare le linnee guida di quello che poi sarebbe diventato il metodo del Coach Familiare l’obiettivo che volli tenere sempre al centro dei nostri dibattiti era sempre quello di considerare le persone con disabilità sostanzialmente delle persone.
Con questa idea nella mente quindi il metodo è stato sviluppato proprio nell’ottica di come una persona affronta la propria vita creando: relazioni, ed interagendo con la società, vivendo quindi in un contesto familiare ed extrafamiliare.
Fui particolarmente colpito da un’indagine della Fondazione Dopo di Noi dell’associazione Anffas nazionale, presentata nel 2010 ed effettuata su un campione di 1356 famiglie.
La ricerca evidenziava che, al di fuori della famiglia d’origine e della ristretta cerchia di famigliari acquisiti (nuore, cognati, ecc.), solo il 13% delle famiglie aventi una persona con disabilità a carico riuscisse ad avere un aiuto esterno.
Erano già passati dieci anni, dico dieci, dalla pubblicazione della legge 328/2000 che riconosceva il diritto di avere il Progetto di vita individualizzato.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalle basi ovvero dalla normativa.
Progetto di vita: la legge
La legge n. 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, nell’articolo 14 parla proprio dei Progetti individuali per le persone disabili da leggersi come Progetto di Vita.
L’articolo citato pone in evidenza tre elementi che oserei definire basilari, per dare sostegno sociale alle persone con disabilità ma che amo definire determinanti nell’ottica dell’integrazione sociale.
Vediamoli insieme citando i tre commi della normativa:
Partiamo dal primo comma che parla di come realizzare la piena integrazione sociale
1. …realizzare la piena integrazione delle persone disabili…nell’ambito della vita familiare e sociale, nonché nei percorsi dell’istruzione scolastica o professionale e del lavoro.
Per fare ciò i Comuni, d’intesa con le Aziende Unità Sanitarie Locali, predispongono, su richiesta dell’interessato, un progetto individuale (leggasi come Progetto di Vita), secondo quanto stabilito al comma 2.
Analizziamo ora il comma due
2. Nell’ambito delle risorse disponibili in base ai piani…, progetto individuale (leggasi come Progetto di Vita) comprende:
- la valutazione diagnostico-funzionale,
- le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale,
- i servizi alla persona a cui provvede il Comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale,
- le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale.
Nel progetto individuale sono definiti le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare.
Nel comma 3 infine si sancisce che…
3. …sono definite, nel rispetto dei principi di tutela della riservatezza previsti dalla normativa vigente, le modalità per indicare nella tessera sanitaria, su richiesta dell’interessato, i dati relativi alle condizioni di non autosufficienza o di dipendenza per facilitare la persona disabile nell’accesso ai servizi ed alle prestazioni sociali.