Come attivare un progetto di vita per una persona disabile?

Ultimamente stiamo parlando tanto del Progetto di Vita delle persone con disabilità ed in particolare il Prof. Pietro Berti ti ha spiegato in prima persona Che cos’è un Progetto di Vita per una persona disabile, ovvero ti ha spiegato i principi che hanno portato alla formalizzazione della legge 328/2000 volta a tutelare le persone con disabilità e ti ha spigato i valori che stanno dietro il progetto del Coach Familiare e come essi si interfacciano con la normativa stessa.

In un secondo articolo e video, Pietro ti ha spiegato Perché fare un Progetto di Vita per una persona disabile e come la qualità della vita delle famiglie fragili, quelle dove è presente la persona con disabilità, migliori grazie alla consapevolezza che esse hanno agito nella maniera ottimale per il bene del loro caro.

Troppo spesso infatti le famiglie cadono nell’inganno di identificare nelle loro:

  • aspirazioni
  • sperante
  • desideri

il futuro del proprio caro. Di qui le parole di Pietro

il Progetto di vita per una persona disabile non è il futuro che i genitori immaginano per il loro figlio!

 

Come attivare un progetto di vita per una persona disabile?

Nel video si ripercorre l’iter per attivare il Progetto di vita per una persona disabile e si danno alcuni consigli su come interagire con i Servizi Pubblici, con i quali bisogna parlare.

 

Cosa accade dopo aver attivato un progetto di vita per una persona disabile?

Ora che hai capito come attivare un progetto di vita per una persona disabile devi già pensare al secondo passo e, mentre il primo è molto semplice, tutto il percorso seguente può essere complesso, in quanto si tratta di delineare il futuro di una persona.

Per tale motivo sarà bene farlo con serietà e con calma, cercando il massimo aiuto di tutti. Ma vediamo, qui di seguito, le singole fasi:

Attivazione

L’attivazione del Progetto di vita si effettua mandando una PEC (posta elettronica certificata, che ha sostituito la vecchia raccomandata) al Comune di residenza, chiedendo l’attivazione del Progetto secondo la legge 328/2000, art. 14.

Ci sono alcuni documenti da preparare per i quali siamo disponibili a dare informazioni e suggerimenti (vai nell’area contatti del sito).

Se non si possiede una PEC, è possibile delegare un professionista (avvocato, psicologo…) che la mandi a nome della famiglia, con apposita delega. Inviata la PEC, il Comune deve rispondere entro 60 giorni.
Entro 60 giorni cioè il Comune deve contattare la famiglia e concordare l’inizio del percorso. E’ sbagliato pensare che il Progetto di vita debba essere fatto in 60 giorni, ci vuole tempo e molte informazioni.
Nel caso in cui il Comune non risponda lo si può sollecitare, fino ad arrivare alla richiesta al TAR di sollecitare l’ente pubblico; sono decine le sentenze a favore delle famiglie, perché il Progetto di vita è un diritto della persona, non è una concessione che si può fare!

 

Progetto di vita per una persona disabile: le basi per attivarlo

Se sei arrivato fino a qui hai potuto sentire dalle parole di Pietro e hai potuto leggere sopra come attivare un Progetto di Vita per una persona disabile.

Il Progetto di vita è un diritto sancito dalla normativa dello stato italiano (ne abbiamo parlato sopra) coerente con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il diritto all’attivazione di un Progetto di Vita per una persona disabile è stato inoltre ribadito dalla legge 112/2016, la cosiddetta “legge sul Dopo di noi”. La copertura legislativa è quindi abbondante, e tutte le leggi sono concordi nel ritenere il Progetto di vita l’elemento fondamentale, il perno su cui agire per costruire il Dopo di noi.

 

Dopo di noi e Progetto di vita per una persona disabile

Purtroppo, spesso parlo con famiglie che hanno paura di “toccare nervi scoperti” delle Istituzioni, e stanno attenti a non creare contrasto con i funzionari pubblici. Bene non creare contrasti, certo, dobbiamo pensare di iniziare il percorso del Progetto di Vita di una persona disabile in totale collaborazione e con lo spirito costruttivo, senza bisogno di rivalse e di vendette personali.

Dopo tutto, non stiamo lavorando tutti con lo stesso obiettivo, il benessere presente e futuro della persona con disabilità?

 

 

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