Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): cosa s’intende?

Cosa vuol dire DSA? 

DSA è l’abbreviazione di “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”, che coinvolgono abilità diverse.

Analizziamo la definizione. Si chiamano “Disturbi” perchè sono un’alterazione di una particolare funzione, “Specifici”, perchè riguardano specifiche abilità, ma non riguardano l’intelligenza di una persona ed infine “Apprendimento”, perchè coinvolgono alcuni aspetti di questo ambito, in particolare:

  • lettura
  • scrittura
  • calcolo

Una persona con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ha un intelligenza e capacità cognitive adeguate alla sua età, però può apprendere con difficoltà ed è più lento rispetto ai suoi coetanei.

 

Quali sono i principali Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)?  

I principali DSA si distinguono in:

  • Dislessia, indica la difficoltà di lettura
  • Disortografia e Disgrafia, indicano la difficoltà di scrittura
  • Discalculia, indica la difficoltà nel calcolo

Secondo alcuni studi in Italia, la diagnosi di questi disturbi è spesso insufficiente e le stime dicono che due bambini con dislessia su tre non ricevono una diagnosi adeguata durante il periodo scolastico.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono la causa principale di difficoltà scolastiche e di abbandono della scuola, ed è per questo che:

  • riconoscere
  • diagnosticare
  • pianificare
  • usare interventi efficaci

permette di garantire l’apprendimento, perciò l’obiettivo è di rendere lo studente autonomo o almeno il più autonomo possibile.

Gli studenti DSA, a causa di queste carenze, risultano poco motivati, non sono entusiasti e molto spesso nei compiti e nel confrontarsi con i propri coetanei sono passivi, sviluppando così degli atteggiamenti disfunzionali e rifiutando così le attività proposte dagli insegnanti.

Il motore dell’autostima e quello motivazionale non devono mai essere sottovalutati. La scuola perciò ha un ruolo fondamentale, non deve essere solo un luogo dove apprendere nozioni, ma un luogo dove i bambini e i ragazzi devono essere formati a 360 gradi, devono essere guidati e preparati alla vita.

I metodi tradizionali d’insegnamento risulteranno ad oggi sempre più insufficienti per gli allievi che hanno una diagnosi di DSA. E’ quindi importante utilizzare strategie e strumenti adatti per aiutare al meglio questi ragazzi.

 

Quali potrebbero essere le strategie di studio?


Per prima cosa andiamo a definire la parola “strategia”, essa è una parola che indica il piano di un’azione tesa al raggiungimento di un obiettivo.

Andremo ad analizzare le tre strategie più usate:

  • costruzione di schemi e mappe cognitive che sono delle rappresentazioni grafiche costituite ed uniti da nodi e frecce che rappresentano concetti ed evidenziano relazioni.
  • peer tutoring è un’attività di insegnamento tra pari.
  • utilizzo di tecniche all’interno della didattica, per esempio, lavagne interattive, registratori, tablet. 

Tra gli strumenti compensativi, è necessario soffermarsi sulla creazione di mappe concettuali. La mappa concettuale è la rappresentazione grafica di concetti espressi in forma sintetica, all’interno di una forma geometrica che sono collegate tra loro da linee o frecce che esplicitano la relazione attraverso parole, poste verticalmente.

E’ importante sintetizzare il materiale, rendendolo più immediato e semplice da acquisire.

In conclusione è fondamentale utilizzare una didattica che sia il più possibile metacognitiva, questo vuol dire spiegare al bambino/a il concetto o l’argomento, conducendolo ad una curiosità tale da stimolare in lui o lei una sete di sapere.

 

 

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