Cosa s’intende con “estinzione” del comportamento problema?
L’estinzione del comportamento problema è possibile, anche se il processo può essere lungo e difficile.
La prima cosa da fare è non dare quella conseguenza rinforzante che fa sì che il comportamento sia ripetuto nel tempo.
Ad esempio, Claudia ogni volta che inizia un esercizio che non le piace batte le mani sul tavolo perché sa che questo provoca fastidio, e pur di farla smettere le faranno interrompere l’esercizio.
Sarebbe opportuno continuare l’esercizio nonostante l’avversione di Claudia, perché deve capire che l’esercizio si farà indipendentemente dal suo comportamento.
Chiaramente affinchè quel comportamento sbagliato si estingua, bisogna aver compreso perché la persona mette in pratica certe azioni o si pone con quell’atteggiamento problematico; questa è la base della cosiddetta “analisi funzionale“.
Con l’estinzione del comportamento problema si ottiene l’obiettivo?
Il metodo dell’estinzione porta il raggiungimento immediato dell’obiettivo oppure presenta delle difficoltà ulteriori?
Quando si decide di intervenire su un comportamento radicato per modificarne le azioni negative, spesso l’estinzione di queste potrebbe essere preceduta da un periodo molto difficile di adattamento alle nuove abitudini.
La persona inizialmente potrebbe rifiutarsi e addirittura ribellarsi violentemente e questa avversione scaturisce inevitabilmente dei dubbi in chi opera questo intervento rieducativo, soprattutto se si tratta dei genitori che non avendo risultati evidenti e tempestivi potrebbero scoraggiarsi e provocare un rinforzo intermittente, che non porta alla scomparsa del comportamento, bensì, al rinforzo.
Questo è un aspetto cruciale: se vogliamo ottenere l’estinzione di un comportamento non possiamo cedere mai!
Cedere con Claudia una volta su dieci significa rinforzare il suo comportamento, ovvero fare in modo che non scompaia più.
La coerenza educativa
Per questo motivo la coerenza educativa è importantissima: dare sempre la stessa risposta di fronte agli stessi stimoli.
Se un urlo mi procura fastidio a volte sì e a volte no, di sicuro l’urlo continuerà a essere usato.
Utilizzare un linguaggio ed una comunicazione chiara, semplice e precisa.
Semplificare il metodo di apprendimento, incoraggiando le azioni corrette. Definire delle regole e motivare i soggetti, attraverso stimoli positivi, a rispettarle e adattarsi al cambiamento.
I genitori, gli operatori, o chiunque sia incaricato alla gestione di un comportamento problema sa che deve mostrare un equilibrio tra parola ed azione. L’incoerenza educativa invece mina inevitabilmente l’efficacia di ogni intervento.
Il comportamento è quella porzione di interazione dell’organismo con l’ambiente; un movimento situabile spazialmente e temporalmente che provoca un cambiamento visibile (osservabile/accessibile) all’interno dell’ambiente stesso (Cooper, Heron &Heward; 1987)
C’è sempre una spiegazione
Quando una persona manifesta un comportamento problema c’è sempre una spiegazione e un senso alle azioni che quest’ultimo mette in pratica.
Risalire all’origine e alla funzione di quel comportamento specifico diventa fondamentale per l’identificazione di un intervento funzionale.
Bisognerebbe innanzitutto definire e manipolare gli eventi che possono suscitare un comportamento problema e successivamente gestire le conseguenze che si manifestano, cercando di ridurne l’efficacia attraverso rinforzi rieducativi.
Delineare e implementare, per quanto possibile, delle regole da rispettare a cui attenersi sempre e in qualsiasi momento. E’ importante:
- Osservare attentamente e analizzare il comportamento problema
- Prevenire e instaurare una comunicazione mirata
- Rinforzare i comportamenti positivi cercando di dissuadere quelli negativi.
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