Cohousing in una città come Roma è solo un sogno?
Si è più volte parlato del Cohousing in vari articoli di questo blog, con esempi in ambienti rurali, come il caso del laboratorio di Cascina Rossago oppure di un villaggio ecosostenibile in Puglia, ma fino ad ora nessun caso di Cohousing in città.
Prima di affrontare il caso specifico però è il caso di spiegare nuovamente che il termine inglese Cohousing significa “vivere insieme”, ovvero vivere con altre persone e condividere con loro non solo una parte della propria vita, ma anche i propri beni e il proprio tempo.
L’obbiettivo del Cohousing per disabili è proprio quello di affrontare il tema del “Dopo di Noi” (legge 112/2016) con un progetto che fondi le sue radici in una prospettiva abitativa, sociale e lavorativa basata sull’inclusione.
Questo tipo di modello abitativo è un modo alternativo all’istituzionalizzazione e all’isolamento sociale delle persone con disabilità, visto che molti centri residenziali o anche solo i centri diurni, hanno regole ben precise come per esempio presentano molte limitazioni sulle uscite.
Diverse persone, grazie al Cohousing, hanno la possibilità di crescere e di rendersi indipendenti dalle proprie famiglie, condividendo con altri coetanei questa esperienza e imparando così ad occuparsi di sé stessi e dei propri bisogni quotidiani in autonomia.
Le prime esperienze di Cohousing infatti per persone con disabilità, in Italia sono nate dal desiderio delle famiglie di realizzare per i loro figli un futuro diverso, fatto di:
- condivisione
- autonomia
- relazioni
- stabilità
Cosa si sta cercando di creare: un Cohousing in città a Roma
Si vuole andare a creare è una struttura a Roma, con degli spazi abbastanza grandi e autonomi in cui ragazzi tra i 25-30 anni possano sentirsi a casa, vivere una vita più autonoma possibile, ma allo stesso tempo essere in un ambiente protetto.
L’obiettivo è quello di offrire operatori e altre figure professionali (es: educatori, psicologi ecc.) che accompagneranno le persone con disabilità intellettive-relazionali, di gravità medio-lieve, nel delicato passaggio di uscita dalla casa dei genitori, iniziando così un nuovo percorso di autodeterminazione e indipendenza all’insegna dell’abitare condiviso.
La proposta progettuale è proprio quella di dare l’opportunità a 4-5 giovani adulti con disabilità intellettiva e una buona capacità di adattamento, di intraprendere un percorso di emancipazione dalla famiglia di origine, in una struttura che presenta piccoli appartamenti collegati tra loro con un soggiorno condiviso.
Si stanno cercando altre famiglie con lo stesso desiderio per il proprio figlio: abitare in una casa da soli e vivere con altre persone con lo stesso obiettivo, ovvero quello dell’autodeterminazione.
Con un monitoraggio educativo personalizzato da parte di figure professionali in grado di supervisionare e guidare al meglio ogni singolo ragazzo./vc_column_text]
L’obiettivo del Cohousing in città a Roma
La mamma di un ragazzo di 24 anni di Roma sta cercando di avviare questo progetto di Cohousing in città, a Roma.
Il suo obiettivo è proprio quello di trovare altri giovani adulti che dopo un periodo di conoscenza dal vivo, possano tirar fuori i loro desideri, le loro aspirazioni e attitudini in modo da poter creare una struttura protetta, senza però imporgli attività o spazi comuni, ma solo possibilità di convivenza e condivisione piacevoli.
Questa mamma vorrebbe solo trovare altre persone che hanno il suo stesso desiderio:
- il potenziamento dell’autonomia e autodeterminazione del figlio
- la creazione di una rete sociale al di fuori della famiglia
- la sperimentazione di un processo di adultizzazione.
Ci sono realtà in cui l’assistenza si sostituisce alla idee e alla volontà della persona con disabilità, senza dargli la possibilità di scegliere, di prendere decisioni.
Questa mamma vorrebbe invece per suo figlio un luogo dove possa sviluppare al meglio le sue competenze e le autonomie necessarie per la vita di tutti i giorni, supportato dalla presenza dei propri familiari e da personale qualificato.
Perchè creare un Cohousing in città o rurale?
Scegliendo di vivere in un Cohousing, la persona con disabilità sceglie di appropriarsi della propria quotidianità, supportato dall’aiuto di altre persone, con cui condividere parte della propria vita.
Questo fa in modo che il ragazzo riacquisti la propria indipendenza, il proprio potere decisionale e potenzialità che pensava di non possedere.
L’individuo acquisirà o migliorerà le competenze relative alla cura di sé, dell’ambiente più prossimo, ma anche dell’ambiente esterno.
Il Cohousing diventa quindi un modo sì per sviluppare autonomie e abilità, ma anche un luogo dove realizzare sé stessi e scrivere la propria storia.
La mamma che vuole costituire un Cohousing in città a Roma sta cercando famiglie interessate: se vuoi saperne di più, contattaci.
ph. Pixabay