Una sentenza storica del Tribunale del Lavoro di Rimini
La sentenza storica e che c’invita a riflettere è stata pronunciata il 24 settembre 2025, quando il giudice del Tribunale del Lavoro di Rimini ha disposto l’immediata assegnazione di una sede nella provincia di Rimini alla docente con disabilità che si era vista invece assegnare come sede la provincia di Modena.
Questa in sintesi la motivazione del giudice che riporta esultando la segretaria generale Flc Cgil Rimini, Simonetta Ascarelli, in una intervista al periodico RiminiToday del 26 settembre:
mancato rispetto della Legge 104/92 da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito,
qualificando il suo comportamento come discriminatorio.
Quali i termini della controversia?
Nell’ambito del reclutamento di personale docente nella provincia di Rimini, pur essendoci posti vacanti e disponibili, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha assegnato alla docente per “merito”, in base alla sola posizione della graduatoria la provincia di Modena.
Senza tenere conto della condizione della lavoratrice, ha pertanto negato l’applicazione della precedenza prevista dalla legge 104/92 nella prima fase di attribuzione della provincia.
Nella seconda fase invece ha concesso la precedenza in base alla legge, cioè al momento della scelta della sede
all’interno della provincia assegnata.
La sentenza del giudice
Nella sua sentenza, il giudice Ardigò, ha scritto nel disposto che:
risulta documentalmente comprovato che le amministrazioni scolastiche nella predisposizione della graduatoria finale del concorso ordinario su base regionale 2023 non abbiano tenuto conto delle riserve previste dalla legge in favore dei lavoratori affetti da gravi patologie come quella della ricorrente.
Le argomentazioni del Ministero sono respinte dal giudice che, accogliendo le richieste della docente ha disposto l’immediata assegnazione di una sede nella provincia di Rimini e ribadendo che:
va dunque affermato in generale l’obbligo delle amministrazioni scolastiche di attribuire con priorità i posti disponibili al personale che beneficia delle riserve in quanto affetto da gravi patologie e solo in un secondo momento al personale inserito in graduatoria secondo il rispettivo punteggio e che non sia titolare di alcuna riserva.
Il controsenso kafkiano
L’avvocato Matteo Urbinati (fiduciario di Flc Cgil di Rimini) e la federazione di categoria hanno espresso grande soddisfazione sostenendo che si trattava di un:
Un controsenso che ha prodotto un risultato kafkiano costringendo la docente, affetta da una gravissima
patologia e bisognosa di assistenza continua, a un’assegnazione a 170 chilometri dalla propria abitazione.
Questo è il paradosso che la Cgil ha giustamente definito un “controsenso kafkiano”: riconoscere un diritto, ma negarne l’effetto pratico, costringendo una persona in condizione di fragilità a un pendolarismo estenuante e potenzialmente dannoso per la salute fisica e mentale.
Una sentenza per riconoscere un diritto
Questa sentenza del Tribunale del Lavoro di Rimini ci offre uno spunto cruciale di riflessione e una speranza concreta per il futuro.
La decisione presa dal giudice non è semplicemente una vittoria legale: è l’affermazione di un principio di civiltà che riconosce il valore intrinseco della salute e della qualità della vita sul mero automatismo della graduatoria.
L’importanza della vicinanza al luogo di lavoro per persone con disabilità
Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma un pilastro fondamentale della nostra identità e benessere psicologico.
Per le persone con disabilità, l’accesso e il mantenimento di un impiego possono essere complessi, non a causa delle loro capacità professionali, ma per le:
- barriere ambientali
- logistiche
- burocratiche.
La vicinanza al domicilio per una persona con disabilità grave non è un privilegio o un favore: è una necessità assistenziale e psicologica, perchè:
- riduce lo stress cronico: il pendolarismo prolungato e la distanza dai propri caregiver o dalla rete di supporto assistenziale aggravano lo stress e l’ansia, fattori che possono esacerbare la patologia di base.
- permette accesso continuo all’assistenza: la possibilità di risiedere vicino a casa garantisce un accesso più agevole e rapido alle cure mediche e al supporto familiare essenziale.
- assicura benessere psicologico e lavorativo: quando le esigenze primarie di salute sono soddisfatte, l’energia e la concentrazione possono essere indirizzate verso l’attività professionale. Questo si traduce in maggiore qualità della vita, soddisfazione lavorativa e, in ultima analisi, in una migliore continuità didattica per gli studenti.
Le priorità della persona con disabilità su quelle della burocrazia
Come si è visto, nella sentenza il giudice ha respinto le argomentazioni del Ministero, stabilendo un principio chiaro e fondamentale: l’obbligo di attribuire con priorità i posti disponibili al personale che beneficia delle riserve per gravi patologie, prima di procedere con l’assegnazione in base al solo punteggio.
Questa sentenza rappresenta pertanto un monito per tutte le amministrazioni pubbliche: la Legge 104/92 non è una postilla da applicare a discrezione o un intralcio burocratico.
È una legge che tutela la salute e l’integrazione, e la sua corretta applicazione è un dovere istituzionale non solo morale, ma legale.
In sostanza, la Legge 104/92 mira a garantire che la condizione di disabilità non si traduca in un’ulteriore penalizzazione logistica, tutelando la salute e l’integrazione del lavoratore, rendendo il luogo di lavoro il più accessibile e meno gravoso possibile in relazione alle sue specifiche esigenze.
Auspichiamo che questa decisione diventi un precedente solido, spingendo verso un modello di reclutamento più equo.
Solo così potremo garantire che l’eccellenza professionale e la necessità umana possano coesistere, a beneficio non solo del lavoratore con disabilità, ma dell’intero sistema scolastico e della società.
ph. Tingey Injury Law Firm da Unsplash
Vuoi avere maggiori informazioni sulle novità introdotte dalla legge 104 in ambito lavorativo?