Programmare il Dopo di noi è progettare il futuro

Programmare il Dopo di noi   

Programmare il Dopo di noi significa programmare e progettare il futuro del nostro caro disabile.

Abbiamo già spiegato in vari articoli cosa s’intende per Dopo di noi e approfondito numerosi aspetti.

Sono stati presentati anche molti casi e storie di persone ad esempio la storia di Giuliana nell’articolo dopo di noi e vita inseme, in cui il padre Nicola si adopera per far conoscere gli aspetti peculiari della figlia e le sue passioni.

Si sono descritti alcuni progetti di Cohousing misto, rurale o familiare, nati nelle province di Milano, Pavia, Perugia e Bolzano.

Abbiamo esposto un caso specifico di programmazione del “Dopo di Noi” con il progetto di vita individualizzato per Claudia.

Ci sono state quindi tante occasioni per ideare un progetto per il Dopo di Noi, ognuna delle quali è partita dall’analisi dei desideri e dei bisogni di ciascuno, come ad esempio è stato nei casi di Claudia e Giuliana.

In questo articolo vogliamo presentare un nuovo caso, quello di Fabio, un uomo di 38 anni e di come i suoi genitori si stiano impegnando per costruire e programmare il Dopo di noi.

 

Il caso di Fabio e le preoccupazioni dei suoi genitori 

Fabio è un uomo di 38 anni affetto da una grave disabilità intellettiva e motoria.

Vive in una città in provincia di Fermo e, durante la settimana, trascorre la maggior parte delle sue giornate in un centro diurno.

È ben voluto sia dagli utenti che dagli operatori.

Si può tranquillamente dire che c’è un bellissimo clima in questo centro: sereno e amichevole.

Fabio ha bisogno di una costante assistenza dato che non parla e non cammina, e per scegliere tra due possibilità direziona il volto verso quella che preferisce.

Entrambi i suoi genitori stanno invecchiando e pensando, giustamente, a quando le loro attenzioni non potranno più essere dirette verso Fabio, o perlomeno non con la stessa energia con cui fanno ora.

Come fanno molti genitori si chiedono:

Chi si prenderà cura di lui? E costoro, saranno in grado di capirlo come i suoi genitori?

Queste sono le domande che i genitori di Fabio hanno posto allo psicologo che hanno incontrato.

Ovviamente, per quanto una qualsiasi persona si potrà impegnare (psicologo educatore o operatore in generale), sarà difficile che si possa sostituire all’affetto e alle attenzioni dei genitori.

Quello che è possibile fare è programmare il Dopo di noi, programmare il suo futuro, per dargli il più possibile la forma che più ci auspichiamo.

Il professionista, formato secondo il metodo del Coach Familiare, è qui per questo.

 

Progettare il futuro di Fabio  

Prima di pensare a come strutturare un futuro però, è importante cogliere il presente con tutti i suoi accenti e sfumature, per capire i reali bisogni di oggi e come soddisfarli un domani.

Secondo i suoi genitori Fabio non ha esigenze particolari, si trova bene in quasi tutti i contesti, purché ci sia la compagnia.

Non gli piace infatti essere lasciato da solo o in disparte e non gli piace il ruolo di spettatore, preferisce sentirsi parte del gruppo: essere un partecipante.

Tenendo ben presente questo particolare di Fabio, i genitori si stanno impegnando per concretizzare una realtà, in cui il figlio si possa sentire a casa, possiamo pure dire: una nuova casa, non esclusivamente per Fabio, ma anche per altri ospiti, un Cohousing.

I genitori di Fabio ci hanno raccontato di quando Fabio usciva con il gruppo del centro diurno per andare a cena fuori durante il weekend e tornava a casa sempre sorridente e con aria soddisfatta.

Purtroppo questa attività è stata interrotta con il Covid e non è più stata ripresa.

 

Programmare il Dopo di noi di Fabio

Una volta colti i desideri e i bisogni di Fabio e dei genitori, abbiamo capito come programmare il Dopo di Noi e come strutturare il percorso per raggiungere l’obiettivo deciso di comune accordo con i genitori.

Si è deciso quindi di cominciare con delle gite “fuori porta”, con andata e ritorno compresi in giornata.

In un secondo momento, si passerà a quella che in gergo viene chiamata “Palestra di autonomia”, ovvero delle prove di indipendenza dalla famiglia, dei soggiorni dove i genitori non sono presenti.

Lo scopo dei soggiorni è quello di separare Fabio dai genitori un po’ alla volta, per evitare un impatto brusco quando sarà il momento.

Potremmo definirle delle sperimentazioni, per capire come Fabio si possa trovare in un ambiente a lui nuovo e senza la presenza della sua famiglia.

Ovviamente con Fabio andranno alcuni dei suoi compagni e compagne del centro diurno che attualmente frequenta, e anche gli educatori.

 

La “palestra di autonomia”  

Questo passaggio è importante per quando Fabio vivrà con maggiore autonomia, senza che i suoi familiari possano seguirlo costantemente.

Al posto delle attenzioni genitoriali ci saranno quelle di operatrici e operatori che conosceranno la sua storia e le sue particolarità, in modo da farlo sentire il più possibile accolto in quel nuovo ambiente.

 

Conclusioni   

Per chiudere possiamo dire che la strada da percorre è lunga, ma certamente non impossibile.

È possibile creare una lista di desideri e bisogni per Fabio, includendo anche i suoi interessi, ed è possibile anche costruire, o trovare, una realtà che si adegui il più possibile a questi.

Noi, insieme ai genitori di Fabio, ci siamo impegnati e ci stiamo impegnando perché questo accada e sia simile il più possibile a come lo abbiamo immaginato insieme.

 

a cura di Carlo Alberto Vitali

 

ph. by Annie Spratt su Unsplash

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