Cohousing: un’esperienza ai piedi dell’Etna

Un progetto di Cohousing per il Dopo di noi…ai piedi dell’Etna 

Abbiamo già affrontato in vari nostri articoli il tema del Cohousing per il Dopo di Noi, spiegando cosa sono i Cohousing familiari, presentando alcuni progetti già in corso, come il Con-Dominio Sociale di Groppello D’adda ed anche un progetto di Cohusing rurale, che ha destato molto interesse.

In Italia quindi inizia sempre più a prendere piede l’idea e la consapevolezza della creazione di Cohousing per persone con disabilità e tra le persone che ci hanno contattato per realizzarne uno, c’è anche una mamma che abita nella bellissima città di Catania.

 

Ci ha contattati una mamma…

Michela, mamma di Francesco, un ragazzo autistico ci ha contattati qualche tempo fa, esprimendoci le sue preoccupazioni sul Dopo di noi del figlio quando lei non ci sarà più, domanda e preoccupazione comune a tanti altri genitori, ovvero:

Come sarà il Dopo di noi per mio figlio? Chi si occuperà di lui quando io non ci sarò più?

 

Il sogno di una mamma

Il sogno di Michela è quello di poter inserire suo figlio all’interno di un contesto sociale che gli consenta di muoversi autonomamente, pur mantenendo caratteristiche familiari.

Il Cohousing familiare, ovvero una co-abitazione che permette di vivere al meglio la quotidianità, sviluppando competenze e autonomie necessarie per la vita di tutti i giorni, supportati dalla presenza dei propri familiari, è proprio quello che serve.
La particolarità di questo Cohousing, oltre alla bellissima vista sul mare e al panorama mozzafiato con l’Etna sullo sfondo, è il suo aspetto sostenibile.
Ma capiamo meglio qual’è la progettualità di Michela e di cosa si tratta.

 

Il motore di questo progetto

Michela vorrebbe avviare il suo progetto di Cohousing in una villetta su due piani che dividono la zona living dalla zona notte.

All’esterno della villetta, si trova un giardino funzionale, con forno a legna ed una vista che dalla collina, raggiunge il mare.

Il Dopo di noi ha come scopo nobile quello di accompagnare la persona con disabilità in un percorso volto non solo all’autonomia, ma anche all’adultità.

Questo significa che l’individuo acquisirà o migliorerà le competenze relative alla cura di sé, dell’ambiente più prossimo, ma anche dell’ambiente esterno.

Inoltre, particolare attenzione è rivolta all’inserimento sociale e soprattutto lavorativo della persona, al fine di renderla il più possibile indipendente e protagonista della sua vita.

 

La sostenibilità del progetto

Il desiderio di Michela è quello di avviare un piccolo Home Restaurant all’interno dell’abitazione, sfruttando così l’ampia zona living e il giardino. I ragazzi e gli educatori potranno quindi produrre pizze cotte nel forno a legna, piatti tipici della zona, prodotti da asporto.

L’Home Restaurant è un progetto spendibile su più fronti:

  • attività manuali necessarie a produrre gli alimenti, a mantenere in ordine e pulito l’ambiente, che  consentiranno ai ragazzi di prendere dimestichezza con un ambiente lavorativo.
  • competenze di gestione dell’Home Restaurant.
  • organizzazione delle pietanze da presentare e degli spazi da predisporre, che consentiranno ai ragazzi di responsabilizzarsi e di essere i veri protagonisti del loro futuro.
  • aspetto economico, perchè Home Restaurant consentirà ai ragazzi di avere un’entrata economica e di potersi autosostenere.

 

 

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